Educatrice Imperfetta

Le schede di osservazione come strumento di relazione con la famiglia

Le schede di osservazione sono una via privilegiata per coltivare il legame con le famiglie. Lo so lo so, anche questo capitolo è tutta ansia e cotillon. (sempre molto boomer) Ma ti prometto, che dopo questa capitolo, non vedrai l’ora di creare un momento così curato e privilegiato come un colloquio con la famiglia. Circa quasi. La cosa che mette più ansia, tendenzialmente, è l’imprevedibilità.L’incontrò spesso risulta un momento carico di incertezza, l’educatrice si pone domande e non riesce a trovare risposte creando ancora più apprensione. Calma. Come tutto, come ogni momento necessita di un buon momento di progettazione, un momento accarezzato e preparato. Intanto, il gruppo educativo, insieme, deve definire le strategie base, la preparazione e l’idea. Questo permetterà all’educatrice di sentirsi sostenuta ed appoggiata, insomma, NON SOLA. Ragionare, pensare e ripensare gli obiettivi del colloquio insieme alle colleghe è la base da cui partire, non esistono obiettivi migliori di altri, esistono però obiettivi chiari che ci dicano dove andare e come arrivarci. Lo stile comunicativo dell’equipe educativa varierà da persona a persona, vi sarà sempre una soggettività nei modi ( che vanno comunque pensati e calibrati rispetto alla famiglia che si ha davanti). Oltre lo stile comunicativo verbale, ricordo che l’atteggiamento, il viso e il posizionamento del vostro corpo saranno di grande impatto per la famiglia. Siate coerenti con lo stile comunicativo. La coerenza vi permetterà di trasmettere un senso di calma e di sicurezza, così che la famiglia possa affidarsi alle vostre parole. Inutile dire, che l’atteggiamento d’ascolto deve sicuramente essere la vostra prerogativa, è vero che tendenzialmente il colloquio lo condurrete voi, sarete voi a parlare, ma le famiglie hanno molto da raccontarvi, e dalle loro parole potrete raccogliere dei dati fondamentali per capire altre sfaccettature del bambino o della bambina che avete davanti. SOSPENDETE IL GIUDIZIO. QUALUNQUE COSA ACCADA, SOSPENDETE IL GIUDIZIO. Un solo attimo in cui la famiglia si sentirà giudicata e voi avrete buttato via intere ore di lavoro, la famiglia si bloccherà e verrete da quel momento vissuti come minaccia e non come supporto. Non rovinate tutto, respirate, che il respiro cambia tutto. Le domande classiche che irrompono nella mente di un educatrice sono: Come apro il colloquio? Come lo chiudo?Come lo conduco? E’ presto fatto, avendo formai imparato a redigere le schede di osservazione in maniera magistrale, dovrete semplicemente leggerle. Vi prego, leggerle significa interpretarle, fare pause per guardare la famiglia, sorridere, metterci del vostro, soffermarvi per aggiungere dettagli verbali che non sono scritti. Per incorniciare. Nel pratico, come lo organizzo un colloquio? A STEP. Primo step: l’invitoL’invito deve essere chiaro, anche per la famiglia la richiesta di colloquio mette ansia e preoccupazione “andrà tutto bene?”, “mio figlio ha problemi?” ecc.Pertanto, nell’invito esplicitare la natura del colloquio è un buon inizio per abbassare la carica emotiva della famiglia ( colloquio di routine, base, standard ).—— se l’invito a colloquio lo andrete a fare per parlare di una fatica del bambino o della bambina, siate pronti a sostenerlo nel più breve tempo possibile, spesso le famiglie richiedono anche una disponibilità immediata, pertanto assicuratevi di essere pronte prima di inviare l’invito. Secondo Step: data e ora La data e l’orario, la disponibilità deve risultare ampia e deve permettere il tempo organizzativo alla famiglia.Calibrare anche personalmente la data e l’orario possono gettare le fondamenta per una sensazione di accoglienza ed apertura verso la famiglia. Terzo Step: luogo Dove svolgere il colloquio è fondamentale perchè potrebbe sostenere o inficiare l’andamento del colloquio.Personalmente scegliamo di farli nel luogo abitato dai loro bambini, dalla loro sezione. Accuratamente preparata. Che sia accogliente. Che sia coerente. Che sia Curata. Ecco degli esempi. Quarto Step: il dono Pensare ad un dono che accorci le distanze tra nido e famiglia. Un dono speciale per quel bambino e quella bambina. Esempi?Abbiamo regalato: Un memory creato con i visi dei bambini e delle bambine della sezione. Un indovina chi con i visi dei bambini e delle bambine. Un kit di manipolazione. E se devo rinforzare il concetto di un bambino in crescita? Una foto del “quando è arrivato” ed una foto di oggi. Ancora, potete donare documentazione fotografica, elementi che si configurino come materia di scambio e di costruzione di un legame. Quinto step: conduzione Conducete voi, ponete domande, restate in ascolto. Siete nel vostro ambiente, raccontatelo e permettetegli di respirarlo come i loro bambini e le loro bambine lo respirano quotidianamente. Create bellezza per le famiglie, che di bellezza, non ce ne è mai abbastanza. DI relazione con le famiglie parleremo approfonditamente in un altro corso, qui, ora, vorrei che respiraste nuovamente in maniera profonda, che rilassaste le spalle e per poter apprendere un concetto fondamentale: Siamo esseri umani, tutti, e come tali siamo imperfetti. Ci sentiamo inadeguati davanti alle situazioni di confronto, orche in quel confronto si mette in gioco il nostro ruolo, che sia esso genitoriale o di educatore. Mettere a nudo le fragilità, le stanchezze e le insicurezze non è mai banale. E quindi? E quindi creiamo incontri e relazione, creiamo un cerchio che avvolga i bambini e le bambine per poter dargli i migliori strumenti per crescere ma sopratutto, per poter vivere nella meraviglia e nell’amore.

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