Il protocollo osservativo
E dunque? E dunque guardiamoci, guardatevi, nel vostro movimento, nella vostra voce, nella vostra presenza. Guardatevi, calibratevi, abbiate cura di voi stesse, dei vostri movimenti. Guardatevi e non giudicatevi, guardatevi per migliorare, per non essere ferme, per modificare e mutare. Per scegliere il giusto linguaggio. Guardatevi, che in fondo, siete bellissime. Ok. E una volta che mi sono guardata? In primis, hai fatto il primo passo per avere cura ed attenzione nello sguardo che “appoggerai” su qualcun altro. Ti sembra poco? Ok. E una volta che ho cura ed attenzione? Cosa me ne faccio di quello che guardo? Lo abbracci.LO ABBRACCIO? Si, lo abbracci perchè è una cosa così preziosa che ora dovrai documentare. Perchè se non la documenti non puoi interpretarla, e se non la interpreti, non capisci, e se non capisci non cresci. MA LO FACCIO DA SOLA? No, l’equipe, la tua collega, la tua coordinatrice, sosterranno, discutendone anche, la tua interpretazione. MA OGNI VOLTA? Ogni volta. QUALCOSA DI PiU’ SEMPLICE? Il protocollo osservativo. IL CHE? Il protocollo osservativo. Un protocollo, mai statico che viene discusso preventivamente dall’equipe, atto a sostenere l’attenzione e la cura dello sguardo per non perdere dettagli.Un protocollo basato su intenzionalità, che permette introspezione, che permetta di custodire, una consapevolezza di voler condividere. Un protocollo che ci insegni a vedere. Un protocollo che ci riporti nella nostra dimensione educativa, scacciando le visioni banali, gli stereotipi con cui troppo spesso perdiamo tempo a lottare sull’infanzia, Perchè Noi, un’idea chiara di Infanzia l’abbiamo, talvolta ci troviamo a combattere così tante battaglie che la perdiamo di vista. Quell’idea che sembra sempre qualcosa di utopico ma che nella vita reale un educatrice deve necessariamente trasformare in pratica. E dunque sosteniamoci per sostenere.